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106 - Numero di emocolture solitarie e percentuali di contaminazione come indicatori della qualità preanalitica delle emocolture

Autore/i: A. Camporese

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 3, N. 2, 2007 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 106-112

Premesse. Precedenti lavori hanno dimostrato che l’acquisizione di almeno 2 set di emocolture anziché uno solo consente di migliorare l’efficacia della diagnostica delle sepsi. Infatti, la probabilità che l’emocoltura consenta di individuare i batteri responsabili di una sepsi cresce con il crescere del numero di campionamenti eseguiti durante l’episodio febbrile. La contaminazione del campione, inoltre, può causare difficoltà nell’interpretazione del dato analitico, creando un inutile lavoro per il laboratorio e un aumento dei costi gestionali. L’obiettivo del nostro studio è consistito nel determinare la frequenza con la quale vengono eseguite le emocolture solitarie in pazienti adulti ricoverati e del territorio, valutando contestualmente il livello di contaminazione delle emocolture quali indicatori della qualità delle procedure preanalitiche. Metodi. Nel nostro studio sono state valutate tutte le emocolture raccolte nei passati 3 anni (2003- 2005) da pazienti ricoverati e da pazienti del territorio (che provenivano non solo dall’ambiente comunitario propriamente detto, ma anche da case di riposo e RSA). Durante il suddetto periodo sono stati valutati: 1) il numero di set di emocolture ottenute da pazienti interni ed esterni adulti (di oltre i 15 anni) e la quantità di emocolture solitarie; 2) il livello di contaminazione, espresso dal numero di stafilococchi coagulasi negativi (Co- NEG), microrganismi che più frequentemente sono considerati contaminanti in questo contesto, senza però misurarne la ricaduta in termini di outcome clinico. Risultati. Durante il periodo considerato sono stati analizzati 6.437 pazienti adulti con sospetta sepsi (5.479 interni e 858 esterni), rilevando 927 emocolture solitarie (14,4%). Durante l’anno 2005 si è osservato un incremento delle emocolture solitarie rispetto agli anni precedenti (16,1% versus 13,3% nel 2004 e 13,4% nel 2003). Le emocolture solitarie sono aumentate specialmente in ambiente ospedaliero, dove sono cresciute dal 11,1% del 2003 al 15,1 del 2005 così come in questo contesto è lievemente cresciuta la percentuale di potenziale contaminazione, dal 4,7% al 5,4%. Conclusioni. Le emocolture solitarie e il livello di contaminazione possono rappresentare un buon indicatore di qualità preanalitica delle emocolture e un buon metodo per valutare l’appropriatezza della diagnostica delle sepsi. I nostri dati dimostrano che le emocolture solitarie sono aumentate negli ultimi 3 anni, così come (anche se solo relativamente) gli isolamenti di CoNEG, specialmente in ambiente ospedaliero. Questi risultati hanno consentito di creare un benchmark con il quale misurare successive valutazioni e attraverso il quale giustificare interventi di miglioramento dei comportamenti mirati del personale medico e infermieristico. Per questo motivo la misura del livello di contaminazione delle emocolture e la quantità delle emocolture solitarie sarà d’ora in poi monitorata di routine e diventerà nei prossimi anni parte integrante dei programmi di qualità totale.

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