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134 - Diagnosi di laboratorio delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino

Autore/i: E. Tonutti

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 4, N. 2, 2008 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 134-137

I marcatori di flogosi possono essere molto utili nella diagnosi e nel monitoraggio delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Fra tutti gli indici di infiammazione la Proteina C Reattiva (PCR) è quella che meglio correla con l’attività di malattia sia nel morbo di Crohn che nella colite ulcerosa. I marcatori di flogosi fecali hanno aperto nuove possibilità diagnostiche in quanto sono in grado di indicare uno stato infiammatorio localizzato all’intestino anche quando i parametri sierici risultano poco significativi. La calprotectina sembra essere il marcatore più promettente tra quelli determinabili nel materiale fecale. In questi ultimi anni stanno emergendo un numero molto ampio di marcatori anticorpali in grado di correlare con le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI): assieme agli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA) e anti-Saccharomyces cerevisiae (ASCA) possiamo determinare anticorpi diretti contro antigeni di origine batterica: anti-OmpC, anti-I2 e un nuovo gruppo di anticorpi anti-glicani come gli anti-laminaribioside (ALCA) anti-chitobioside (ACCA) e anti-mannobioside (AMCA). Questo articolo valuta il significato di questi anticorpi e la possibilità di un loro utilizzo nell’iter diagnostico delle MICI

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