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119 - Il problema della resistenza ai farmaci antipiastrinici: meccanismi molecolari e test di laboratorio

Autore/i: M. Pugliano, M. Cattaneo

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 5, N. 2, 2009 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 119-124

I farmaci che inibiscono l’aggregazione piastrinica, tra cui l’aspirina e il clopidogrel, sono utilizzati nei pazienti con aterosclerosi per ridurre il rischio di eventi trombotici arteriosi. L’aspirina inibisce irreversibilmente la ciclossigenasi-1 (COX- 1) bloccando la via del trombossano A2 (TxA2), mentre il clopidogrel inibisce irreversibilmente uno dei due recettori piastrinici per l’ADP, il P2Y121. Entrambe queste vie sono essenziali per l’amplificazione del segnale di attivazione che determina aggregazione piastrinica. Con il termine “resistenza ad un farmaco” s’intende l’incapacità da parte del farmaco di colpire il suo bersaglio che si traduce in una mancata risposta farmacologica, documentabile con un test di laboratorio specifico. La prevalenza di resistenza all’aspirina, valutata utilizzando un test specifico come la determinazione dei livelli di trombossano sierico B2 (TxB2), è intorno all’1%; ciò permette di concludere che la resistenza all’aspirina o non esiste o è un fenomeno estremamente raro. La causa più importante di resistenza al clopidogrel è dovuta all’incapacità dei citocromi epatici di metabolizzare il pro farmaco al suo metabolita attivo.

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