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125 - Clinica della sindrome da anticorpi antifosfolipidi e diagnosi di anticoagulante tipo lupus

Autore/i: M. Galli

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 5, N. 2, 2009 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 125-130

La sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS) è definita dall’associazione tra manifestazioni trombotiche (venose e/o arteriose) e/o complicanze della gravidanza e almeno uno dei 3 più comuni anticorpi antifosfolipidi (aPL) (anticoagulante tipo lupus, LAC; anticorpi anticardiolipina, aCL, IgG e/o IgM; anticorpi anti-β2glicoproteina I, aβ2GPI, IgG e/o IgM). La presenza degli aPL è fondamentale per la diagnosi corretta di APS. Studi clinici hanno dimostrato che il LAC è più fortemente associato al rischio di trombosi venose ed arteriose rispetto agli aCL e aβ2GPI. Sta, inoltre, emergendo il concetto che il LAC-β2GPI-dipendente sia l’anticorpo più rilevante rispetto al rischio di trombosi. Al contrario, il LAC-β2GPI-indipendente (ovvero, quello che dipende dalla protrombina) non aumenta il rischio trombotico dei pazienti. Sul piano terapeutico i soggetti asintomatici aPL- positivi non richiedono la profilassi antitrombotica, poiché il loro rischio di primo evento è < 1% pazienti/anno. Si consiglia la profilassi in caso di intervento chirurgico, immobilità prolungata o altre situazioni di aumentato rischio di trombosi e l’eliminazione o la correzione, per quanto possibile, dei fattori acquisiti di rischio trombotico. La recidiva di trombosi venosa profonda (TVP) dei pazienti con APS ha una prevalenza compresa tra il 22 ed il 69%. Il tipo di trombosi è spesso predittivo del successivo evento. L’anticoagulazione a lungo termine con warfarina ad intensità moderata (PT INR 2,0 e 3,0) riduce il rischio di recidiva trombotica dell’80-90%. Ancora incerto è il trattamento più adeguato della recidiva di TVP in corso di terapia con warfarina. Possibili opzioni sono: eparina a basso peso molecolare o non-frazionata, warfarina ad alta intensità (PT INR 3,0-4,0), oppure warfarina con antiaggregante piastrinico. I pazienti che hanno avuto un evento arterioso hanno un rischio annuo di recidiva intorno all’11%, indipendentemente dal tipo di profilassi secondaria con warfarina ad intensità intermedia (PT INR 1,4-2,8) o aspirina (325 mg/ die).

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