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108 - D-Dimero: revisione basata sulle evidenze e nuove applicazioni

Autore/i: G. Palareti, C. Legnani

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 5, N. 2, 2009 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 108-112

I D-dimeri sono un prodotto finale della lisi della fibrina stabilizzata e rappresentano un marker di attivazione della coagulazione. Il dosaggio dei D-dimeri è un test che si è dimostrato di sicura utilità nelle procedure diagnostiche in soggetti con sospetto tromboembolismo venoso (TEV), grazie al suo alto valore predittivo negativo. L’utilità clinica del test in altre situazioni cliniche (ad es. Coagulazione Intravascolare Disseminata, malattie arteriose, gravidanza e sue complicanze, ecc.) è tuttora dibattuta. È stato recentemente dimostrato che i suoi livelli tendono ad aumentare in alcuni pazienti con un precedente TEV dopo che l’anticoagulazione sia stata sospesa. Alcuni studi prospettici hanno consensualmente dimostrato che la frequenza di recidive di TEV era più alta nei soggetti nei quali il livello di D-dimero era aumentato dopo la sospensione della terapia anticoagulante. Può essere sostenuto quindi che il dosaggio dei D-dimeri effettuato dopo la sospensione della terapia anticoagulante può essere impiegato come uno strumento per stratificare il rischio individuale di recidiva. Un recente studio collaborativo, prospettico, randomizzato (il PROLONG, N Engl J Med 2006; 355:1780), ha affrontato il problema se sia utile la misurazione dei D-dimeri per guidare la nostra decisione circa la durata dell’anticoagulazione dopo un primo episodio di TEV. I risultati di questo studio e di altri dati recenti confermano che il test del D-dimero, effettuato dopo la sospensione dell’anticoagulazione, è un utile strumento per regolare la durata dell’anticoagulazione in soggetti con un primo episodio di TEV idiopatico.

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