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166 - Gli screening emocoagulativi per la valutazione del rischio emorragico preoperatorio. Il confronto tra linee guida NICE e SISET

Autore/i: B. Cosmi, A. Alatri, M.Cattaneo, P. Gresele, M. Marietta, F. Rodeghiero, A. Tripodi, L. Ansaloni, M. Fusari, S. Taddei

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 5, N. 2, 2009 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 166-167

La Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e Trombosi (SISET) ha promosso la produzione di una serie di linee guida che adottassero la metodologia della medicina basata sulle prove di efficacia su problemi clinicamente rilevanti nel campo dell’emostasi e trombosi1. L’obbiettivo di una delle linee guida è fornire raccomandazioni sulla valutazione pre-operatoria e pre-procedurale del rischio emorragico con lo scopo di ridurre l’incidenza delle complicanze emorragiche prevenibili e ridurre i test di laboratorio allo stretto indispensabile. Il rischio emorragico è di solito valutato mediante la storia personale e familiare per sanguinamenti abnormi e con test di laboratorio che esplorano le funzioni emostatiche. Questi test di laboratorio generalmente comprendono il tempo di protrombina (TP), il tempo di tromboplastina parziale attivata (APTT), la conta piastrinica, il tempo di emorragia e più raramente il tempo di chiusura del PFA-100, tromboelastografia e test di aggregazione piastrinica. Tuttavia la scelta e l’interpretazione di questi test e il management clinico dei pazienti con test alterati è altamente variabile. La scelta appropriata dei test di laboratorio richiede un’accurata valutazione della situazione clinica, la valutazione della prevalenza dei disordini emorragici, le caratteristiche dei test, i costi e le conseguenze dei risultati falsi positivi e falsi negativi. ...

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