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007 - Le Crioglobuline: dalla conoscenza scientifica alla pratica di laboratorio

Autore/i: I. Brusca, M. Ruggeri, F. Bottan, B. Milanesi, L. Cinquanta, M. Tani, S. Mangraviti, C. Ottomano, M. Gallina per il Gruppo di Studio-Proteine della SIMeL

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 1, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 7-12

Riassunto
Le crioglobuline sono costituite da una misceladi immunoglobuline e complemento che precipitano a temperatura inferiore ai 37 °C. La presenza di crioglobuline nel siero del paziente è responsabile di una sindrome caratterizzata da fenomeni vasculitici a carico dei vasi di piccolo e mediocalibro. L’attuale sistema di classificazione dellecrioglobuline è basato principalmente sulla caratterizzazione immunochimica del precipitato. Nella crioglobulinemia di tipo I il crioprecipitato è costituito da una singola immunoglobulina monoclonale completa (IgG, IgA o IgM), più raramente da una singola catena leggera. Il tipo I si riscontra con maggiore frequenza nei pazienti affetti da malattie linfoproliferative, mielomamultiplo, macroglobulinemia di Waldenström. Nella crioglobulinemia di tipo II il crioprecipitato è costituito da IgG policlonali, con funzioni diautoantigene, e IgM monoclonali, più frequentemente di tipo kappa, con attività di fattore reumatoide (IgM-FR). Il tipo II è associato, anch’esso, a malattie linfoproliferative. Il tipo III è costituito da IgG, autoantigene, e IgM-FR policlonali. Sia il tipo II che il tipo III sono riscontrabili in pazienti con malattie autoimmuni e infezionicroniche. Il virus dell’epatite C (HCV) è responsabile della gran parte delle crioglobulinemie non associate a malattie linfoproliferative o autoimmuni che, in tempi non lontani, venivano definite “essenziali”. La ricerca delle crioglobuline richiede notevole attenzione nella fase preanalitica ovvero rispettando scrupolosamente la “catena delcaldo”. La caratterizzazione va effettuata con l’immunofissazione del crioprecipitato.

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