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192 - Sclerodermia e sistema di attivazione del plasminogeno: determinazione dei componenti urochinasi/recettore urochinasi in fibroblasti di pazienti affetti da sclerosi sistemica

Autore/i: L. Postiglione, N. Montuori, G. Di Spigna, A. Riccio, D. Carnevale, G. Rossi, P. Ragno

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 3, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 192-7

Riassunto
Premesse. La sclerosi sistemica (SSc) è una patologia autoimmune caratterizzata da un’eccessiva fibrosi a carico della matrice extracellulare (ECM) nel derma. Vi sono due importanti forme di SSc, la sclerosi sistemica diffusa (dSSc) e la sclerosi sistemica limitata (lSSc). I fibroblasti svolgono un ruolo chiave nella SSc. L’espressione e la funzione del sistema di attivazione del plasminogeno urochinasi-dipendente (uPA), un sistema ben caratterizzato di serin-proteasi coinvolto in diversi processi patologici, è stata studiata in fibroblastidi pazienti affetti da SSc. Metodi. L’espressione dei componenti del sistema di attivazione del plasminogeno uPA-dipendente, quali l’uPA, il relativo recettore (uPAR) egli inibitori PAI-1 e PAI-2 sono stati esaminati mediante Western blotting in fibroblasti di pazienti affetti dalle forme diffuse e limitate di SSc. L’adesione degli stessi fibroblasti alla vitronectina è stata valutata mediante saggi di adesione cellulare. Risultati. La secrezione di uPA e PAI-1 è aumentata solo nei fibroblasti della forma lSSc, se paragonati ai fibroblasti normali. I livelli di PAI-2 mostrano un decremento nei fibroblasti di entrambe le forme di SSc. Interessante notare come i fibroblasti delle zone non adiacenti alle lesioni (non-affette) della forma diffusa hanno mostrato livelli ridotti di PAI-1 e un’aumentata espressione dell’uPAR. Gli esperimenti di adesione hanno mostrato che i fibroblasti nella forma lSSc e quelli dSSc nelle zone non adiacenti alle lesioni aderiscono alla vitronectina meno efficientemente rispetto ai fibroblasti di controllo. Conclusioni. Questi risultati indicano un ruolodell’uPA e PAI-1 nella forma lSSc, probabilmente attraverso l’attivazione di citochine e pro-enzimi quali le metalloproteasi, con il conseguente accumulo delle componenti dell’ECM, mentre un ruolo dell’uPAR potrebbe essere ipotizzato nell’evoluzione della forma diffusa in relazione all’aumentata espressione nelle zone non-affette.

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