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205 - Diagnostica molecolare delle sepsi: l’esperienza di Pordenone

Autore/i: P. Diamante, M. Avolio, S. Zamparo, S. Grosso, N. Tosoni, P. Zigante, M.L. Modolo,P. Stano, R. De Rosa, A. Camporese

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 3, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 205-10

Premesse. E’ noto che in corso di sepsi la precocità della terapia è decisiva ai fini prognostici e che la rapidità di intervento è associata ad una concreta riduzione della mortalità. Sebbene confortata dall’isolamento emocolturale dell’agente eziologico, la diagnosi di sepsi resta tuttavia una diagnosi clinica, come dimostrato dai dati di letteratura che evidenziano come in circa il 15% di pazienti clinicamente considerati positivi per sepsi i risultati delle indagini colturali siano negativi. È importante pertanto che un laboratorio sia adeguatamente attrezzato per rispondere nel minor tempo possibile ad uno specifico quesito clinico riguardo i pazienti critici, e attualmente le nuove indagini molecolari sembrano rappresentare strategie diagnostiche molto promettenti in questo ambito. Con queste premesse abbiamo inteso mettere a confronto il sistema SeptiFast, con la diagnostica tradizionale emocolturale studiando una coorte di pazienti comunitari giunti in Pronto Soccorso e selezionati clinicamente come possibili pazienti con sepsi. Metodi. Sono stati esaminati 237 campioni: 155 (65%) hanno dato un risultato di negatività con entrambi i metodi; 82 (35%) sono risultati positivi con almeno uno dei due metodi utilizzati. Risultati. Tra i positivi, in 42 casi (51%) entrambi i metodi hanno identificato lo stesso organismo, in 23 casi (28%) solo l’emocoltura ha dato un risultato di positività, e in 17 casi (21%) solo il metodo SeptiFast ha rilevato una DNAemia che nella maggior parte dei casi si è dimostrata coerente con il quadro clinico dei pazienti osservati. Conclusioni. I risultati analitici ottenuti dimostrano come SeptiFast consenta un notevole miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia diagnostica, specie in un contesto clinico critico come quello della sepsi acquisita in comunità, con particolare riferimento al valore predittivo negativo e positivo rilevato, a cui si aggiunge la marcata riduzione del turnaround time (TAT) rispetto all’esame colturale.

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