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074 - La scelta di differenti cloni e fluorocromi influenza la sensibilità diagnostica? Analisi di dati VEQ di UKNEQAS

Autore/i: C. Feruglio, P. Bulian

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 3-S1, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 74-78

Lo specialista di laboratorio che utilizza la citofluorimetria nella diagnosi emato-oncologica trova oggi un’offerta sempre crescente di reagenti, con una vasta e non sempre agevole possibilità di scelta tra cloni e soprattutto tra fluorocromi differenti. Negli ultimi anni la complessità delle analisi multiparametriche è costantemente aumentata, da un lato per il progresso tecnologico nella produzione di laser a stato solido a basso costo, dall’altro per la diffusione di nuovi fluorocromi. Gli attuali citofluorimetri offrono la possibilità di rilevare contemporaneamente numerose emissioni di fluorescenza con lunghezza d’onda diversa, e questo ha fatto si che oggi un anticorpo monoclonale di un determinato clone possa essere coniugato con un’ampia gamma di fluorocromi differenti. Oltre a ciò, relativamente ad un determinato CD ditte diverse producono cloni differenti che possono esibire comportamenti dissimili in vitro. Una conseguenza positiva dell’ampia scelta di cloni e traccianti fluorescenti è la possibilità di poter misurare ed analizzare con grande precisione numerosi antigeni contemporaneamente, rendendo possibili esperimenti ed analisi complesse come la valutazione di sottopopolazioni cellulari scarsamente rappresentate. Una conseguenza negativa è l’aumento della variabilità analitica, nel senso che utilizzando cloni e fluorocromi diversi è possibile non ottenere gli stessi risultati, facendo si che l’espressione di un determinato antigene sulla stessa cellula possa variare nell’ambito dello stesso laboratorio o in laboratori diversi in funzione della scelta del reagente. La possibilità che un simile problema si presenti nella pratica quotidiana è in genere sottovalutata. Grazie alla collaborazione e disponibilità di UKNEQAS, in particolare nella persona di Liam Withby, sono stati analizzati in dettaglio i dati relativi ad alcuni antigeni estratti da 12 esercizi di EQA del programma Leukemia Immunophenotyping, per un totale di 22 determinanti antigenici, 14 differenti e 8 replicati in esercizi diversi. E’ stata calcolata la percentuale di laboratori che hanno riportato un valore sopra la soglia decisionale (definito al 20% per le leucosi acute ed al 30% per le leucosi croniche, in accordo alle linee guida britanniche BCSH), per ciascuna combinazione di fluorocromo/ produttore. Si può concludere che a dispetto dell’uniformità di designazione in CD i reagenti non sono tutti uguali, ed un utilizzo che non tenga conto dell’esistenza ed entità di queste differenze può contribuire a conclusioni diagnostiche fuorvianti.

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