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113 - Linee guida nella ricerca delle crioglobuline

Autore/i: M. Ruggeri, I. Brusca, F. Bottan, B. Milanesi, L. Cinquanta, M. Tani, S. Mangraviti,C. Ottomano, M. Gallina

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 3-S1, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 113-116

Le crioglobuline sono un gruppo di proteine con la comune proprietà di formare un precipitato o un gela freddo e ritornare in soluzione a 37 °C. Sono presenti in una vasta gamma di manifestazioni morbose e sono rappresentate da un gruppo eteroge-neo di immunoglobuline (Ig) che, dopo purificazio-ne e all’analisi immunochimica possono presentarsi nella forma singola o mista. Secondo la classificazione di Brouet si distinguono:- crioglobulinemia di tipo I in cui il crioprecipitato è costituito da una singola Ig monoclonale completa (IgG, IgA, IgM) o, più raramente, da una singola catena leggera. Si riscontra con maggiore frequenza nei pazienti af-fetti da malattie linfoproliferative, mieloma multiplo,macroglobulinemia di Waldenstom- crioglobulinemia di tipo II in cui il crioprecipitato è costituito da IgM monoclonale e IgG policlonale o oligoclonale, mista, e si associa a malattie linfoproliferative, malattie autoimmuni e HCV.- crioglobulinemia di tipo III in cui il crioprecipitato è costituito da IgG , IgA e IgM policlonali, mista e sono riscontrabili in pazienti con malattie autoimmuni e infezioni croniche. La positività delle crioglobuline è fortemente condi-zionata dal comportamento metodologico; solo ri-spettando rigorosamente, nella fase preanalitica, la catena del caldo (prelievo, trasporto e centrifugazio-ne a 37 °C) e nella fase di conservazione e tipizzazio-ne le relative regole, possiamo escluderne o confer-marne la presenza. Il sangue viene raccolto senza anticoagulanti, prele-vato con una siringa riscaldata a 37 °C e tenuto a questa temperatura finchè coagula. Il siero viene se-parato con centrifugazione a 37 °C a 800 g per 15minuti. Viene aliquotato in una provetta ed in un tubodi Wintrobe e tenuti entrambi a 4 °C. Se sono presen-ti crioglobuline appare dopo un periodo variabile da24 a 72 ore un precipitato bianco o un gel. Il siero deve essere, comunque, tenuto in osservazione peralmeno una settimana per essere certi che un crio-precipitato tardivo nn possa passare inosservato (HCVcorrelato).La reversibilità del crioprecipitato deve essere verifi-cata riscaldando l’aliquota del siero precipitato (prova del nove). Le crioglobuline sono misurate dal volume occupato dal crioprecipitato nel tubo di Wintrobe, espresso come volume percentuale di tutto il siero dopo centrifugazione a 800 g per 20 min a 4° C. Le crioglobuline precipitate sono isolate dal siero concentrifugazione refrigerata a 4 °C per 30 min. I preci-pitati sono risospesi in soluzione fisiologica a 4 °C elevati per tre volte (finchè non si rileva albumina al-l’immunofissazione).Sul crioprecipitato disciolto si esegue una immuno-fissazione usando antisiero totale umano e antisieri specifici per γ,α,µ,κ,λ. In questo modo le crioglobuline possono essere classificate nei tre tipi prima descritti. Il referto del laboratorio deve prevedere, in presenza di crioglobulinemia, il dato del criocrito e la tipizzazione delle Ig interessate, siano esse mono-clonali o policlonali secondo la classificazione di Brouet.

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