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037 - Biomarcatori di infiammazione nella patologia aterosclerotica

Autore/i: I. Dato, G. Liuzzo

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 3-S1, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 37-40

I meccanismi infiammatori svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo del processo aterosclerotico in tutti i suoi vari stadi. Alla base di tale processo ci sono delle complesse interazioni tra macrofagi, linfociti T e cellule muscolari lisce (CML), mediate da numerose citochine. Un crescente numero di evidenze sperimentali suggerisce che l’infiammazione sia direttamente coinvolta nella patogenesi delle sindromi coronariche acute (SCA) e ne condizioni l’evoluzione clinica. Infatti in pazienti affetti da SCA è possibile riscontrare degli infiltrati infiammatori particolarmente pronunciati a livello delle placche aterosclerotiche coronariche. Inoltre in questi pazienti sono rilevabili segni sistemici della reazione infiammatoria: la presenza di cellule infiammatorie circolanti in uno stato attivato (neutrofili, monociti e linfociti) e il riscontro di elevati livelli ematici di citochine pro-infiammatorie, tra cui interleuchina (IL)-1 e 6, e di proteine di fase acuta, in particolare la proteina C-reattiva (PCR). Quest’ultima si è rivelata come un importante predittore indipendente di eventi cardiaci avversi e morte sia in pazienti con SCA sia in pazienti con cardiopatia ischemica in fase di stabilità e in soggetti apparentemente sani. Inoltre, costituisce un indice prognostico importante nei pazienti sottoposti a procedure interventistiche coronariche percutanee (PCI), a breve e lungo termine. Infine, studi più recenti hanno ipotizzato un possibile ruolo della mieloperossidasi nella patogenesi dell’aterosclerosi e dell’instabilità della placca aterosclerotica.

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