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102 - Endocarditi infettive: aspetti eziologici e diagnostica microbiologica

Autore/i: A. Camporese, M. Avolio (Estratto dall'articolo originale pubblicato su RIMEL-IJLAM vol. 6, n. 4, 2010)

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 3-S1, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 102

L’endocardite infettiva (EI) è una patologia con caratteristiche peculiari in continuo divenire, caratterizzata da un sostanziale mutamento dell’inquadramento epidemiologico e microbiologico. Nonostante notevoli miglioramenti sotto il profilo diagnostico e terapeutico, l’EI rimane ancora una malattia dalla prognosi infelice e gravata da elevata mortalità. Da un punto di vista epidemiologico, l’inquadramento dell’EI è cambiato sostanzialmente negli ultimi anni, soprattutto nei Paesi industrializzati. Un tempo malattia tipica di una popolazione di giovani adulti già affetti da deficit valvolari (per lo più di natura reumatica), oggi si è trasformata in una malattia spesso conseguenza di procedure correlate all’assistenza, che affligge pazienti di età più avanzata già portatori di protesi valvolari, ma anche soggetti senza precedenti anamnestici a carico delle valvole cardiache. L’emocoltura rimane il gold standard diagnostico sotto il profilo microbiologico, permettendo di ottenere un isolato microbico su cui eseguire anche i test di sensibilità. La polymerase chain reaction (PCR), in aggiunta all’esame colturale, può essere utile per consentire di diagnosticare con rapidità le EI dovute a microrganismi difficili da coltivare e nei casi in cui l’emocoltura abbia fornito un risultato negativo.

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