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292 - Nuovi marcatori per la diagnosi precoce e del rule-out dell'infarto del miocardio

Autore/i: M. Caputo

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 6, N. 4, 2010 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 292-7

E’ estremamente difficile oggi aprire una rivista medica e non imbattersi in articoli che magnificano le lodi di un “nuovo” biomarcatore in grado di svelare in anticipo una malattia grave o predirne il corso. Si tratta di sostanze presenti nel sangue o nelle urine ma anche, sempre di più, di molecole isolate con la genomica, la proteomica o attraverso l’impiego di tecniche di immagine. La variabilità si estende alla loro accuratezza, invasività, costi. Le attuali raccomandazioni o linee guida per la introduzione in clinica, forse troppo permissive, favoriscono una commercializzazione precoce di questi marcatori, risultando frequentemente in utilizzo inappropriato, con relativo sovraccarico anche economico per il Servizio Sanitario. Per il clinico e il ricercatore la valutazione rigorosa di ogni nuova proposta rappresenta una vera e propria sfida. E, ad oggi, una griglia di valutazione appropriata, di cui si avverte urgentissima la necessità, non è ancora a disposizione. Del tutto recentemente, l’American Heart Association ha elaborato una proposta per i marcatori di patologia cardiovascolare che merita attenzione e può costituire la base per una immediata applicazione pratica sul campo delle molecole che hanno maggiormente focalizzato l’attenzione degli specialisti in tema di diagnosi precoce e rule out di Infarto Acuto del miocardio.

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