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201 - La siringa: dalla “medicazione ipodermica” al prelievo di sangue

Autore/i: G. Dall'Olio, R.M. Dorizzi

Rivista: Riv Med Lab - JLM, Vol. 4, N. 3-4, 2003 (SIRSE Srl ed.)

Riassunto: La prima notizia di uso della siringa risale
al 1852 quando il medico ortopedico francese Charles
Gabriel Pravaz (1791-1853) costruisce un dispositivo
per iniettare nelle arterie di montoni e cavalli una soluzione
di cloruro di ferro per studiare la coagulazione,
tecnica che in seguito applica sull’uomo per la cura degli
aneurismi. Contemporaneamente, il medico di
Edimburgo Alexander Wood (1817-1884), riconosciuto
come il fondatore della medicazione ipodermica,
utilizza una siringa per curare le nevralgie iniettando
medicamenti in prossimità dei nervi malati. In Italia i
primi ad utilizzare la siringa di Pravaz per iniezioni sono
Bartolomeo Guala dell’ospedale di Brescia (1860)
ed il chirurgo milanese Ambrogio Gherini (1861).
Numerosi sono i tipi di siringhe costruiti nella seconda
metà dell’Ottocento quando queste cominciano
rapidamente a diffondersi anche per il prelievo di
campioni di sangue: da quelle di metallo con ago
d’oro e punta di acciaio (Leiter, 1864), a quelle di
Danet (1867), di Luër (1886), fino a quelle di
Malassez (1881) con il corpo interamente in vetro,
facilmente sterilizzabili con acqua bollente, e quindi
adatte alla raccolta di campioni per emocolture.
Numerosi sono gli inconvenienti correlati ad iniezioni
praticate senza accorgimenti antisettici nonostante le
precauzioni indicate da Lister fin dal 1867.
La storia recente della siringa, ormai largamente diffusa
per i prelievi ematici in tutti i laboratori, è legata
alla nascita e all’evoluzione di una azienda, la
Becton Dickinson (New York, 1897), che sarà una
delle maggiori ditte produttrici, per varietà e per numero,
di siringhe nel mondo.

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