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044 - Indagine sull’utilizzo dei marcatori miocardici in Italia

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 1, N. 1, 2005 (MAF Servizi srl ed.)

Gianni A. Galli, Claudio Gambetta, Marco Caputo, Piero Cappelletti. Riassunto
Premesse. Il Gruppo di Studio sui Marcatori Cardiaci
(GdS-MM) della SIMeL ha deciso di analizzare i bisogni
formativi degli associati riguardo i marcatori di necrosi
miocardica.
Materiali e metodi. E’ stato distribuito ai Presidenti Regionali
un questionario con 21 domande riguardanti la
tipologia dei test richiesti e la loro provenienza clinica;
la presenza di protocolli locali e la congruità con linee
guida internazionali; aspetti analitici e preanalitici del
dosaggio della troponina, compresi CQI, VEQ e TAT;
la conoscenza e l’uso di intervalli popolazionistici e di
livelli decisionali e loro metodologia di scelta; diffusione
e caratteristiche di governo di Point-of-care testing
(POCT).
Risultati. Hanno risposto al questionario 111 laboratori
di 16 regioni. I risultati più rilevanti sono la diffusione
dell’uso della troponina (100%), la diminuzione dell’uso
del CK totale (da >90% a 66%) ma una sostanziale continuità
nell’utilizzo dei marcatori considerati obsoleti,
rispetto all’inchiesta del 2000 da parte del Gruppo Interdisciplinare
Intersocietario ANMCO – SIBioC – SIMeL
“Marcatori di Lesione Miocardica”. La qualità
analitica è generalmente sotto controllo mentre non è
ancora diffusa la valutazione del turnaround time (rilevato
dal 55% dei partecipanti). Il POCT è diffuso nel
16% delle istituzioni rappresentate ma per lo più omogeneo
analiticamente al laboratorio centrale (67%) e da
esso controllato (88%). Il quadro dell’utilizzo e della
definizione di intervalli di riferimento e livelli decisionali
è piuttosto confuso, dimostrando un insufficiente
approfondimento delle basi e del razionale delle linee
guida internazionali. Tali carenze sono associate ad
analoghe difficoltà alla diffusione delle linee guida in
ambito clinico.

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