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050 - Gli intervalli di riferimento

Autore/i: D. Giavarina

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 2, N. 1, 2006 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 50-56

Gli intervalli di riferimento sono lo strumento maggiormente utilizzato nelle decisioni mediche. Essi sono utilizzati come linee guida, quando non ci sono mezzi migliori per distinguere la condizione di salute dalla malattia. Molto spesso, negli screening di popolazione per una data patologia, si dovrebbe utilizzare un intervallo di riferimento basato sul 95% centrale della popolazione di riferimento ma, se lo scopo degli intervalli di riferimento è quello di aiutare il clinico nell’interpretare i risultati, in popolazioni ospedalizzate dovremmo utilizzare valori diversi da quelli della popolazione sana. Gli standard e le linee guida del CLSI e dell’IFCC sono utili e corrette se utilizzate nelle condizioni definite, ossia con un campione veramente sano e con un minimo di 120 valori. Quando non si possono rispettare le raccomandazioni del CLSI e dell’IFCC, si dovrebbero utilizzare le “normalizzazioni” dei dati e l’analisi degli outliers. Si possono utilizzare anche altri metodi (i metodi robusti o i metodi indiretti) per ottenere una stima corretta dei valori di riferimento. Tuttavia, non tutti i problemi presenti nella definizione di un livello decisionale possono essere risolti con una procedura per il calcolo degli intervalli di riferimento, anche se corretta e robusta. Occorre considerare altri approcci basati sulla clinica; la sfida per i prossimi anni potrebbe essere quella di abbandonare gli intervalli di riferimento, piuttosto che quella di migliorarne la qualità.

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