SIPMeL

Area soci

005 - Utilità diagnostica: la fase pre-preanalitica

Autore/i: P. Cappelletti

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 2, N. 1, 2006 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 5-19

Per rispondere adeguatamente alla sua natura, cioè “fornire informazioni cliniche”, la Medicina di Laboratorio deve governare l’intero processo che la origina, attiva ed utilizza. Il punto chiave è l’interfaccia clinica-laboratorio, ove si svolge l’attività predominante delle fasi pre e post analitiche. La fase pre-preanalitica contiene tre passaggi essenziali: la formulazione del quesito clinico, la selezione del test e la richiesta dell’esame. Nella formulazione del quesito clinico, apparentemente banale, si scaricano le incertezze e le contraddizioni concettuali e pratiche della visione metodologica della diagnosi medica, della complessità del processo diagnostico e dell’ambiente clinico e sociale in cui avviene. Nella selezione dei test la virtù cardinale è (o dovrebbe essere) l’appropriatezza. Tuttavia definire l’uso appropriato degli esami di laboratorio resta un obiettivo largamente eluso, per le difficoltà di individuarne l’essenza, circoscriverne il campo, condividerne i contorni e fondarlo su elementi provati. Sono state messe a punto metodologie di studio dell’inappropriatezza di cui si conoscono potenzialità e limiti e sono state usate per misurare il sovra-utilizzo della diagnostica di laboratorio. Si è resa evidente la centralità del concetto di outcome e si è approntato un coerente background culturale e teoretico che collega indissolubilmente appropriatezza ed evidence-based medicine. Ma l’evidenza in Medicina di Laboratorio è debole, a causa del problema dello standard di riferimento, di progetti di studi primari inadeguati, di difficoltà negli studi di outcome, di problemi e di bias delle revisioni sistematiche in Medicina di Laboratorio. In ogni caso si studiano le strategie di intervento, considerate efficaci solo se combinazioni di interventi educativi, amministrativi e di feed-back, e se ne pesa l’effetto in termini di volume di attività, di costi e di efficacia clinica. Il ridisegno della richiesta è uno dei cavalli di battaglia nella lotta per l’appropriatezza. È importante accompagnare la diffusione dei formati di richiesta con adeguata condivisione degli aspetti educazionali e di ricerca e adeguati feed-back e audit. Si tratta di una incomparabile occasione di colloquio con i clinici e di condivisioni degli obiettivi generali di salute. D’altra parte se il Laboratorio non conosce il motivo della richiesta, la logica diagnostica e le problematicità della decisione clinica susseguenti alle indagini, non è in grado di rispondere adeguatamente al quesito clinico sottostante.

Articolo in formato PDF

Torna al numero corrente