170 - Determinazione dell’ammonio: valutazione della refrigerazione nel mantenimento della stabilità del campione
Autore/i: D. Giavarina, G. Mezzena, B. Faresin, L. Bedin, E. Pozzo, G. Soffiati
Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 2, N. 2, 2006 (MAF Servizi srl ed.)
Pagina/e: 170-173
Premesse. La determinazione dei livelli di ammonio in campioni di plasma o siero è fortemente influenzata dalle condizioni preanalitiche e dal tempo di esecuzione. Il trasporto in ghiaccio è raccomandato in associazione alla tempestività dell’esecuzione del test. Scopo di questo lavoro è verificare se e quanto la refrigerazione sia protettiva delle condizioni preanalitiche per questo test. Metodi. Sono stati comparati 19 campioni di soggetti adulti volontari sani, raccolti in triplo per NH4 +, un campione analizzato al tempo zero e due analizzati al tempo 120 minuti, uno dopo conservazione in provetta tappata e refrigerata in frigo a 4°C e uno conservato a temperatura ambiente (25°C). Altri 43 campioni sono stati analizzati nello stesso modo ma dopo 3 ore di conservazione. Risultati. La differenza media tra t0 e t120 refrigerata è risultata di 10,1 ± 6,3 mol/L (95%CI: 7,1 a 13,1); p < 0,0001. La differenza tra campione non refrigerato e refrigerato a t120 è stata di 0,4 ± 3,5 mol/L (95% CI: -1,3 a 2,1); p = n.s. La differenza tra t0 e t180 refrigerata è risultata mediamente di 26,3 ± 10,9 mol/L (95%CI: 22,9 a 29,6); p < 0,0001. La differenza tra campione non refrigerato e refrigerato dopo 180 minuti è stata -1,4 ± 9,1 mol/L (95% CI: -4,2 a 1,3); p = n.s. Conclusioni. La concentrazione di ammonio aumenta nel campione intero in dipendenza del tempo. Le differenze di incremento tra i campioni conservati a 4°C e a 25°C sono risultate nulle. La refrigerazione è ininfluente nell’evitare l’incremento dei livelli di ammonio con il passare del tempo. Una corretta determinazione dell’ammoniemia necessita di una esecuzione tempestiva, indipendentemente dalle temperature di trasporto dei campioni interi.