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083 - La fase post analitica: refertazione dei valori critici

Autore/i: G. Lippi

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 2, N. 3-S1, 2006 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 83-87

I valori critici (anche noti come valori di panico o d’allarme) sottendono un risultato di test di laboratorio associato ad un grave rischio per la salute del paziente che richiede una notifica immediata al medico curante al fine di attuare procedure mediche idonee e tempestive. Malgrado i valori critici siano oggi universalmente riconosciuti quali standard essenziali nella buona pratica di laboratorio, l’implementazione e la gestione rappresenta tuttora motivo di accesi dibattiti, sia a livello nazionale che internazionale. In ambito nazionale, l’analisi della situazione evidenzia un quadro molto eterogeneo. Le maggiori criticità sono rappresentate dalla mancanza di una accordo nazionale sull’opportunità di riconoscere la notifica dei valori critici quale strumento essenziale per identificare tempestivamente situazioni caratterizzate da importanti ricadute cliniche, dalla necessità d’identificare parametri e relativi limiti decisionali clinicamente attendibili ed universalmente riconosciuti, dalla capacità soggettiva di riconoscere la criticità di un dato di laboratorio, dalla modalità attiva o passiva di comunicazione e gestione degli stessi, dalle decisioni cliniche conseguenti. Il ricorso a procedure standardizzate ed universalmente condivise appare un provvedimento necessario per un approccio razionale ed efficace al problema.

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