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058 - La valutazione del rischio

Autore/i: A. Tinivella, P. Rizzotti

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 2, N. 3-S1, 2006 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 58-61

Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva esigenza e volontà di diffondere nei sistemi sanitari del mondo occidentale una nuova cultura con cui affrontare le problematiche del rischio. Il cuore del problema sta nel fatto che le cure vengono progettate, proposte e offerte da sistemi organizzativi complessi attraverso delle persone tendenzialmente competenti e in buona fede, ma fallibili. Solo una gestione integrata del rischio può portare a cambiamenti nella pratica clinica, promuovendo la crescita di una cultura della salute più attenta e più vicina al paziente e agli operatori, contribuendo indirettamente ad una diminuzione dei costi delle prestazioni ed, infine, favorendo la destinazione di risorse su interventi tesi a sviluppare organizzazioni e strutture sanitarie sicure ed efficienti. La comunità scientifica internazionale propone come efficace l’approccio che dà prevalentemente al sistema organizzativo, oltre che ai singoli, la responsabilità di fornire sicurezza ai pazienti in un contesto culturale innovato, aperto alla trasparenza, al riconoscimento dell’incidente, al coinvolgimento di tutte le parti in causa. La sicurezza del paziente deriva dalla capacità di progettare e gestire organizzazioni in grado sia di ridurre la probabilità che si verifichino errori (prevenzione), sia di recuperare e contenere gli effetti degli errori che comunque si verificano (protezione), adottando una metodologia che si avvale di due tipologie di analisi: una di tipo reattivo che prevede uno studio a posteriori degli incidenti e una di tipo proattivo che mira all’individuazione ed eliminazione delle criticità del sistema prima che l’incidente si verifichi. La FMEA consiste in una tecnica sistematica per identificare e prevenire problemi sui prodotti o processi prima che essi insorgano, è un’analisi di tipo qualitativo intesa a definire quello che potrebbe succedere se si verificasse un difetto, una omissione, un errore. Il miglioramento va perseguito come atteggiamento mentale e come pratica del quotidiano ricordando che l’assistenza può essere carente anche quando non vengono offerte le dovute opportunità nell’ambito della medicina preventiva, quando l’accesso e la tempestività delle prestazioni comportano ostacoli e ritardi, oppure là dove il paziente, incapace di accedere alle corrette informazioni o alle dovute rassicurazioni, si sente trascurato o umiliato perché manca l’attenzione e la disponibilità all’ascolto.

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