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036 - La sicurezza del Paziente e la Medicina di Laboratorio. Il punto di vista delle istituzioni

Autore/i: R. Tartaglia, T. Bellandi, S. Albolino

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 2, N. 3-S1, 2006 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 36-41

In quasi tutte le regioni italiane da alcuni anni sono in corso iniziative di vario genere sulla gestione del rischio clinico. In particolare riguardano: la formazione sugli errori in medicina e la loro prevenzione, l’organizzazione della sicurezza del paziente, i sistemi di segnalazione volontaria degli eventi avversi, la qualità delle prestazioni sanitarie. La Toscana è stata la prima regione italiana a dotarsi di un centro con la funzione specifica di coordinare la gestione del rischio clinico in tutti suoi presidi ospedalieri e sul territorio. Attualmente ogni azienda sanitaria toscana ha un clinical risk manager, un team per la gestione del rischio con funzioni di supporto ed un comitato per la sicurezza del paziente per pianificare un programma annuale di interventi. Tutte le aziende sono state dotate di un sistema informativo dei sinistri e di incidenti reporting. Il centro svolge inoltre la funzione di diffusore delle buone pratiche per la sicurezza del paziente mediante delle campagne informative e laboratori con specialisti per mettere a punto delle linee guida su rischi di particolare rilevanza. La collaborazione con gli osservatori medico legali è di estrema importanza in quanto consente una presa in carico degli eventi avversi anche riguardo agli aspetti assicurativi e giudiziari. In ogni azienda una triade di operatori (medico legale, clinical risk manager e operatore amministrativo ufficio legale) ha il compito di prendersi carico delle denunce e gestirle sia sul versante assicurativo che preventivo. La pratica dell’audit clinico e della rassegna di morbidità e mortalità è lo strumento adottato per l’analisi degli eventi avversi e per imparare dagli errori. Tale modello organizzativo ha rappresentato anche per altre regioni un punto di riferimento

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