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119 - Anselme Payen: un precursore dell’analisi colorimetrica

Autore/i: G. Dall'Olio

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 3, N. 2, 2007 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 119-123

L’analisi colorimetrica, che permette di risalire alla concentrazione di una soluzione colorata confrontandola con una soluzione a titolo noto della stessa sostanza, inizia a svilupparsi nella seconda metà dell’Ottocento. La comparazione del colore delle soluzioni è effettuata dall’occhio dell’analista con i comparatori ottici o colorimetri. Nel corso dell’Ottocento si assiste al progredire della colorimetria, più semplice e rapida rispetto all’analisi gravimetrica e volumetrica, ed alla conseguente evoluzione degli strumenti che consentivano questo tipo di indagine, dai vari tipi di comparatori ottici fino ai colorimetri fotoelettrici negli anni trenta del Novecento. L’analisi colorimetrica sarà la tecnica analitica di elezione in Chimica Clinica dai primi decenni del XX secolo e ne determinerà il rapido evolvere poiché consente determinazioni veloci, semplici, precise, con ridotti volumi di reattivi e di campione biologico, caratteristiche indicate per la routine e l’automazione. E’ attribuito ad Anselme Payen, chimico francese, l’ideazione nel 1825 del primo strumento per analisi colorimetrica che egli denomina decolorimetro.

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