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275 - Dosaggio dell’omocisteina: Confronto tra metodo in cromatografia liquida ad alta pressione e metodica enzimatica (Minias) su strumento Olympus

Autore/i: A. Colatutto, R. Zaglia, S. Mazzolini, P. Sala

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 3, N. 4, 2007 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 275-278

Premesse. L’omocisteina (Hcy) è un aminoacido contenente zolfo derivante dal metabolismo della metionina. Molti lavori hanno dimostrato la stretta relazione esistente tra iperomocisteinemia e sviluppo di malattie metaboliche e cardiovascolari. Recenti dati sperimentali hanno dimostrato che l’effetto dannoso dell’iperomocisteinemia è associato allo sviluppo di specie reattive dell’ossigeno (ROS). Studi policentrici tesi a valutare l’impatto diagnostico della determinazione dell’omocisteina come fattore di rischio di disturbi cardiovascolari (CVD), sono stati avviati in tutto il mondo. Metodi. Si rende necessaria quindi l’introduzione di metodiche automatizzate, utilizzabili anche da piccoli laboratori, in sostituzione di quelle in cromatografia ad alta pressione (HPLC) e in gas-cromatografia, assolutamente inadatte a test di screening e che necessitano di risorse economiche e professionali impegnative. Scopo del nostro lavoro è stato quello di confrontare, la metodica di riferimento HPLC-System Gold, con la metodica enzimatica Homocystein T(Hcy) della Minias, su analizzatore Olympus AU2700. Risultati. La sensibilità della metodica enzimatica è risultata essere di gran lunga superiore a quella della metodica di riferimento. I dati delle due metodiche risultano del tutto sovrapponibili. Rielaborando i dati mediante regressione lineare abbiamo rilevato un’ottima correlazione tra le metodiche al di sotto di 30 mM/L (r = 0,984). Conclusioni. In conclusione riteniamo che il test enzimatico, per le sue caratteristiche di affidabilità, ripetibilità, facile ed immediata esecuzione e totale automazione possa sostituire la procedura in HPLC.

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