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067 - La diagnostica tiroidea. Il quesito del clinico - La risposta del laboratorio

Autore/i: R.M. Dorizzi, R. Castello

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 3, N. 3-S1, 2007 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 67-75

Le tireopatie rappresentano la malattia endocrina più frequente, soprattutto nel sesso femminile. E’ stato stimato che in Italia circa il 50% della popolazione apparentemente sana presenti noduli tiroidei, il 15% un gozzo palpabile, il 10% alterazioni funzionali ed il 5% iper- o ipotiroidismo sintomatici. Negli anni recenti sono stati proposte Linee Guida sui diversi aspetti della gestione delle tireopatie, in parte coerenti ma in parte confliggenti. Secondo l’U.S. Preventive Services Task Force “non è possibile stabilire al momento se prevalgono i benefici o i danni dello screening per tireopatie di adulti asintomatici”. Il documento predisposto per la gestione delle tireopatie dal Programma Nazionale delle Linee guida presenta grande interesse pratico ed è stato sinteticamente riassunto anche per quanto riguarda la sezione relativa alle interferenze farmacologiche che sono numerose e rappresentano una importante complicazione della diagnostica tiroidea. Le strategie per la diagnostica di laboratorio di base delle tireopatie sono almeno due: quella imperniata sul TSH proposta da Klee venti anni fa e quella che prevede l’esecuzione di TSH ed FT4 che è stata riproposta recentemente dalla British Thyroid Association (BTA). La BTA raccomanda di usare questo approccio in tutte le situazioni in cui l’asse ipofisi-tiroide non è intatto o è instabile. Secondo la proposta di Klee il soggetto è classificato come eutiroideo se la concentrazione di TSH è all’interno dell’intervallo di riferimento e sono eseguiti esami ulteriori solo in quei pazienti in cui è al di fuori di questo. Il TSH risulta, infatti, l’indicatore più sensibile degli ipo- ed degli iper-tiroidismi lievi poiché la correlazione tra TSH e FT4 non è lineare; se l’FT4 si dimezza, il TSH non raddoppia ma aumenta di molte decine di volte. Un algoritmo automatico di questo tipo è stato adottato anche presso il nostro laboratorio nel 2003: l’accesso del paziente è unico e il campione raccolto è sufficiente per l’esecuzione di tutti gli esami che sono necessari (e sufficienti) all’iter diagnostico. Il paziente o il Sistema Sanitario Nazionale pagano solo la prestazione eseguita e necessaria per il caso specifico e i tempi di refertazione non subiscono ritardi. La valutazione della funzionalità tiroidea in gravidanza richiede attenzione particolare, poiché le richieste di tiroxina da parte del feto aumentano e i cambiamenti del sistema immunitario predispongono all’insorgenza di patologie autoimmuni ed influenzano il decorso di patologie di questo tipo in atto. La determinazione del TSH e della tireoglobulina (Tg) presentano ancora problemi, come la grande variabilità della sensibilità funzionale dei metodi commerciali e la disomogeneità degli intervalli di riferimento. La determinazione della Tg, che ha come unica applicazione il follow up dei pazienti tiroidectomizzati per cancro differenziato, risente dell’interferenza degli anticorpi anti-Tg. Anche la letteratura più recente ha confermato come il problema non sia ancora stato risolto.

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