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019 - La Medicina di Laboratorio ed il miglioramento delle cure: un servizio essenziale, una prospettiva interdisciplinare, una visione olistica

Autore/i: Piero Cappelletti

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 3, N. 3-S1, 2007 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 19-24

Una convinzione diffusa afferma che il 60-80% delle diagnosi mediche poggia sulla Medicina di Laboratorio. La diagnostica è importante nella identificazione precoce del rischio; nella diagnosi precoce; nella scelta di trattamenti più personalizzati, efficaci e spesso meno invasivi; definisce più accuratamente la prognosi; gestisce più efficacemente la malattia cronica. La tecnologia di laboratorio possiede il potenziale di poter drammaticamente modificare la pratica clinica; la medicina molecolare, pur con i limiti pratici e i tempi richiesti al trasferimento clinico, né è il simbolo più conosciuto. Ma l’aspetto più interessante degli studi volti a provare l’essenzialità del Laboratorio nei processi assistenziali è che un corpo di evidenze e di linee guida, sempre più in espansione, mostra il ruolo critico della diagnostica nelle decisioni intrinseche alle cure mediche. Da un punto di vista concettuale, l’essenza della Medicina di Laboratorio consiste nel suo compito di dare risposta al quesito clinico, esplicito od inespresso. I compiti della Medicina di Laboratorio, nella visione della rete aperta al mondo e dalla superficie geometricamente amplificata, evolvono dalla ricerca della qualità analitica alla ricerca della qualità degli esiti finali, cioè della cura stessa. Essi si svolgono sempre più all’interfaccia laboratorio-clinica, punto di scambio di informazioni e materiali, nei riguardi del singolo paziente ed in termini generali verso la salute e la società. Le attività generali si concretizzano nei gruppi multidisciplinari volti a reperire, verificare, implementare l’evidenza delle procedure diagnostiche, dei trattamenti e dei percorsi assistenziali. Oltre alle tradizionali dimensioni del lavoro interdisciplinare, per la Medicina di Laboratorio si apre poi il rapporto con la “Health Technology Assessment”, nella sua definizione di metodo per esaminare gli aspetti medici, sociali, economici ed etici dell’adozione ed uso della tecnologia medica e di forma globale di ricerca delle conseguenze a breve e lungo termine dell’uso della tecnologia sui pazienti. L’approfondimento della prospettiva interdisciplinare dell’attività diagnostica fa emergere il tema difficile dell’equilibrio tra abilità specialistiche e conoscenze globali. Le più recenti proposte internazionali che individuano i contenuti e le competenze del “consultant” della Medicina di Laboratorio convergono nell’individuare nel lavoro all’interfaccia e nel legame tra consulenza e conoscenze tecniche e scientifiche il core della disciplina. La Medicina di Laboratorio esprime con pienezza, pari solo alle discipline della Medicina Generale o della Medica Interna, la potenziale visione olistica del paziente e il contrasto tra l’opportunità della specializzazione e le necessità della globalità della comprensione clinica ed umana.

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