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109 - Lo screening del cancro del colon

Autore/i: A. Ederle, L. Benazzato, P. Inturri, A.L. Iasci, A. Fantin

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 4, N. 2, 2008 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 109-113

In Italia i tumori del colon retto sono al terzo posto per incidenza tra gli uomini, al secondo tra le donne. Lo screening del cancro del colon ha come obiettivo l’identificazione precoce delle forme tumorali invasive, e l’individuazione e la rimozione dei possibili precursori, i polipi adenomatosi. Ad oggi, i metodi scelti come test di screening di primo livello sono la ricerca del sangue occulto fecale (SOF al guaiaco e immunochimici) e la rettosigmoidoscopia (RSS). I test immunochimici hanno un migliore rapporto costo-beneficio rispetto al test al guaiaco e andrebbero offerti ogni due anni nella fascia d’età compresa tra 50 e 75 anni. Per quanto riguarda la RSS, vi sono studi che hanno dimostrato come la RSS possa prevenire il 75% dei tumori del colon, direttamente o indirettamente per indicazione alla colonscopia. Non ci sono comunque dati definitivi sulla durata dell’effetto protettivo di una singola RSS, anche se al momento si raccomanda l’esecuzione di una RSS nella vita in età compresa tra 58 e 60 anni. La colonscopia non è un test di screening di primo livello, ma è indicata in caso di positività di un test di primo livello, in caso di anamnesi positiva per familiarità per cancro del colon, nella sorveglianza di soggetti a rischio (colite ulcerosa, poliposi,…). Nell’ULSS 20 Verona viene svolto dal 2003 lo screening con RSS ai 60 enni e SOF a coloro che hanno età compresa tra 61 e 69 anni. L’adesione è del 43% per la RSS e del 52% per il SOF. Sono stati individuati complessivamente 110 cancri e 697 adenomi avanzati. L’Italia è tra i Paesi più evoluti in questo screening con notevole sviluppo negli ultimi anni.

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