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090 - Performance strumentali ed obiettivi clinici in Ematologia di Laboratorio

Autore/i: P. Cappelletti

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 4, N. 3-S1, 2008 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 90-94

La sicurezza di un sistema efficace di screening dei patologici e l’aiuto di informazioni suggestive per la clinica del paziente sono gli obiettivi clinici generali dell’ematologo di laboratorio nell’utilizzo della tecnologia ematologica. L’era tecnologica dell’ematologia è caratterizzata dalla sofisticazione progressiva attraverso la scoperta di metodi analitici nuovi da un lato e dall’altro attraverso il sincretismo analitico e lo sviluppo di software raffinati per l’integrazione dei dati. Nel dialettico rapporto tra obiettivi clinici e metodologie analitiche, l’ematologia di laboratorio ha contaminato da sempre le esigenze di accuratezza e precisione dei metodi con quelle della sensibilità e specificità cliniche. L’attenzione per conte e misure va scemando nel tempo nella convinzione che le performance strumentali siano oggi largamente e diffusamente ottimali, salvo le conte piastriniche e reticolocitarie in condizioni citopeniche. Viceversa l’attenzione per il riconoscimento cellulare è andato aumentando in rapporto all’identificazione e misura di popolazioni “difficili” o non presenti normalmente nel sangue periferico, con la speranza di una formula leucocitaria automatizzata estesa (EDC extended differential count). Da questo punto di vista è importante non solo la sensibilità, ma anche e soprattutto la specificità degli allarmi strumentali. La sperimentazione del GdS Ematologia (GdS-E) SIMeL 2002-2003 ha dimostrato, per quanto attiene alle performance cliniche, un valore predittivo negativo (VPN) per gli allarmi generici oscillante tra il 98.3 e il 100% e un VPN cumulativo per gli allarmi specifici intorno al 99%. Tuttavia, il VPN per i singoli allarmi specifici è decisamente inferiore a quello generale. In questo quadro nel 2008 il GdS-E ha effettuato una nuova valutazione comparata degli strumenti ematologici per esaminare i punti delicati della sensibilità/ specificità clinica e delle informazioni funzionali e prognostiche, in relazione anche a situazioni cliniche della “ematologia non ematologica”. Si affrontano, infatti, i problemi della sensibilità clinica nelle situazioni critiche, ai limiti inferiore e superiore della scala delle misure ematologiche, esemplificati dagli eritroblasti, e i problemi della specificità clinica di misure e riconoscimento, esemplificati da monociti ed immaturità mieloide. Infine, il rapporto forma/ funzione/terapia viene esaltato dall’analisi dell’importanza della integrazione delle informazioni ematologiche in una specifica situazione clinica particolarmente critica, la sepsi.

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