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104 - Validazione clinica degli indici strumentali nella sepsi

Autore/i: A.M. Cenci

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 4, N. 3-S1, 2008 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 104-106

La sepsi è costituita dalla reazione sistemica acuta dell’organismo ospite all’infezione. I gradi di gravità e gli stadi di malattia in cui questa sindrome si presenta sono caratterizzati da numerosi e diversi segni e sintomi clinici e di laboratorio che, sfortunatamente, non esprimono completa specificità. Nell’organismo, l’infezione è caratterizzata da eventi che coinvolgono cellule (monociti, macrofagi, neutrofili), e fattori umorali (citochine, markers di reattività, anticorpi, fattori della coagulazione e di attivazione del complemento, ecc.); il grado dei cambiamenti di questi elementi, in termini di espressione di molecole di attivazione, rilascio di sostanze reattive e modulazione della risposta dell’organismo, dipende da una serie di variabili quali i diversi agenti patogeni, la suscettibilità genetica individuale, l’immunodeficienza, i fattori concomitanti, ecc. Nel passato recente poche sono state, in laboratorio, le reali novità riguardanti gli indicatori diagnostici di sepsi, nonostante i notevoli progressi avvenuti nella comprensione dei meccanismi molecolari e della biologia di cellule e citochine interessate nel processo della risposta immune dell’ospite, e non risultano al momento disponibili in questo campo markers che posseggano la sensibilità e specificità necessaria a scopi diagnostici in tempi rapidi. La recentemente introduzione di test genetici per tracciare la regolazione dei geni che governano la risposta immune e di biologia molecolare per la ricerca veloce multipla degli agenti eziologici che sostengono l’infezione, sembra poter apportare, in un prossimo futuro, nuovi contributi di laboratorio vantaggiosi per la diagnostica clinica. Tuttavia, ancora oggi, trattamenti inadeguati, risultato di ritardi nella diagnosi, continuano a gravare sulla prognosi degli stati settici. Per le sue caratteristiche peculiari, l’esame emocromocitometrico e la formula leucocitaria sembrano poter fornire risultati utili nel raggiungimento di outcome clinici positivi in tempi utili nella sepsi. Nel presente studio si valuta il valore diagnostico di parametri vecchi e nuovi dell’emocromo in diversi pazienti settici e si discutono le caratteristiche necessarie per un contributo tempestivo del test alla diagnosi e al follow up terapeutico della patologia. In particolare si propongono percorsi analitici che, costruiti con diversi dati ematologici e informazioni complementari fornite in modo rapido da differenti tecnologie, propongono una valutazione complessiva di conteggi, misure, morfologia e funzionalità cellulare.

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