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71 - Tecnologia ed automazione dell’esame urine microbiologico

Rivista: Riv Med Lab - JLM, Vol. 3, N. 1, 2002 (SIRSE Srl ed.)

F. Manoni, S. Valverde*, P. Hoffer
Ancora oggi la Microbiologia è la branca della Medicina di Laboratorio che si è meno giovata dell’introduzione dell’automazione del processo analitico.
Schematicamente possiamo scomporre il procedimento di una indagine microbiologica classica (mediante esame colturale) in cinque fasi:
Fase pre-analitica.
Fase analitica in cui distinguere:
a) una procedura
obbligata di approccio: semina del campione e rilevazione della eventuale crescita microbica eseguita su tutti i campioni;
b) una fase discrezionale di valutazione
della crescita microbica in relazione a quantità e qualità di crescita delle colonie a cui segue
c) una fase di approfondimento in cui effettuare l’isolamento, l’identificazione la determinazione del profilo di sensibilità ai chemio-antibiotici.
Fase post-analitica: produzione di un referto ed elaborazione di dati statistico-epidemiologici locali.
La necessità di prelievi dedicati alle analisi microbiologiche rende solitamente superflua l’adozione di una automazione della fase pre-analitica non essendo necessario “condividere” il campione con altre aree diagnostiche all’interno del laboratorio né, di norma, è richiesta l’esecuzione di numerose e diverse
analisi richiedenti differenti tecniche analitiche. Il processo analitico in microbiologia è quindi un processo
discontinuo con momenti decisionali legati alla capacità discrezionale del microbiologo. L’analisi microbiologica utilizza diverse tipologie di campione che necessitano di procedure di semina e di coltura differenziate. Considerata la tipologia del processo analitico in microbiologia è evidente che le fasi nelle quali risulta più vantaggiosa l’introduzione di tecnologie per l’automazione delle procedure siano la fase obbligata di screening, le prove di identificazione, l’esecuzione degli antibiogrammi.

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