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93 - Gli esami su urine. È il tempo per cambiare? - SIPMeL
SIPMeL - Società Italiana di Patologia clinica e Medicina di Laboratorio

93 - Gli esami su urine. È il tempo per cambiare?

Rivista: Riv Med Lab - JLM, Vol. 3, N. 1, 2002 (SIRSE Srl ed.)

P. Cappelletti Il passaggio dall’uroscopia all’analisi delle urine e l’era tecnologica della medicina di laboratorio hanno definito i contenuti dell’esame standard delle urine, consentendo diversificate strategie diagnostiche che oggi convivono nei laboratori e che comprendono un approccio tradizionale, l’uso delle strisce reattive come selezione per la microscopia, l’automazione del sedimento urinario. Ciascuna di queste strategie conosce limiti che è necessario avere in mente, sia per una trasparente dichiarazione della loro efficienza diagnostica complessiva, sia per la scelta della via più razionale. A fronte di una generalizzata sottostima di questa analisi, si impone un cambiamento, stimolato anche dalle più recenti linee-guida internazionali, volto alla redefinizione degli obiettivi clinici, alla garanzia di qualità del campione e delle procedure standardizzate, alla revisione dei processi interni tecnici ed organizzativi, alla stesura di un referto clinicamente espressivo, alla formazione dei produttori specialmente a livello di POCT e degli utilizzatori finali. Una riacquisita consapevolezza del potenziale diagnostico dell’esame urine da parte del medico di laboratorio è peraltro condizione fondamentale per un efficace cambiamento. Oggi per esame standard delle urine (urinalysis) si intende un insieme di dati organolettici (aspetto, colore), fisici (peso specifico, pH), chimici (albumina, emoglobina, esterasi leucocitaria, nitriti, glucosio, chetoni, bilirubina, urobilinogeno) e microscopici (sedimenti organizzati) la cui composizione è venuta definendosi storicamente negli ultimi 200 anni.

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