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29 - Monitoraggio di laboratorio dell’esposizione professionale al piombo: utilizzo di indicatori biologici e d’effetto

Rivista: Riv Med Lab - JLM, Vol. 2, N. 4, 2001 (SIRSE Srl ed.)

R. Massacane, G. Nervi, M.L. Goggi, L. Camogliano
Premessa. La tossicità del piombo ed il suo diffuso impiego nell’industria e in svariate attività professionali
richiedono il monitoraggio dei lavoratori a rischio, ad oggi regolamentato dal D.Lgs 277/91.
In questo studio abbiamo valutato la corrispondenza tra l’esposizione e l’andamento dei diversi indicatori
menzionati nel decreto.
Metodi. Abbiamo monitorato in 112 dipendenti di una fonderia (63 fonditori e 49 non fonditori), in
due anni successivi (1999, 2000), l’andamento degli indicatori biologici (piombemia e piomburia) e
d’effetto (zincoprotoporfirina) in relazione alla mansione svolta. Per la loro determinazione sono stati
impiegati uno spettrofotometro ad assorbimento atomico con fornetto di graffite ed un ematofluorimetro.
Risultati. Fonditori e non fonditori sono esposti a diverse quantità di metallo. Si è osservata una soddisfacente
corrispondenza tra la mansione svolta e gli indicatori biologici che presentano una buona
correlazione reciproca.
L’andamento della zincoprotoporfirina appare più complesso e non direttamente correlabile all’esposizione
al piombo.
Conclusioni. Sulla base del D.Lgs 277/91 per il monitoraggio e la diagnosi d’intossicazione da Pb si
suggerisce la determinazione di un solo indicatore biologico (preferibilmente la piombemia) unitamente
ad un indicatore d’effetto. Tra questi ultimi la zincoprotoporfirina appare però influenzata dal
turnover del ferro e quindi non è correlabile all’entità dell’esposizione.

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